“Surveillance Society” è una mostra che indaga gli aspetti più avanzati della società in cui viviamo. Le immagini esposte presso lo Spazio Millepiani di Roma sollevano domande, dubbi, pensieri che forse avevamo messo a sopire ma che, in un modo o nell’altro, sono sempre rimasti lì, in fondo, da qualche parte.
Lo “Stato di controllo” di cui si parla in questa sede e che affonda le sue radici nell’universo letterario visionario di George Orwell - poi ripreso, tra gli altri, da Amélie Nothomb - traccia paradossi, mette in evidenza contraddizioni, ci confonde. Ma ci fa anche ripensare alle dinamiche della società attuale, che si dibatte ferocemente tra l’avanzamento incondizionato della tecnologia e i suoi “effetti collaterali”.
Sorvegliare significa anche registrare, analizzare comportamenti e stilli di vita, significa raccogliere dati e informazioni utili alla crescita di un paese, alla tutela e incolumità di un popolo, ma anche a chi sa trarne lucro e profitto economico.