"Forse la migliore definizione che ho trovato per questi miei scatti è quella di un "diario dell'anima", che si tratti di foto d'interni o di ritagli di quotidianità "rubati" qua e là osservando la mia città. Il colore nelle foto di "Lontano da dove" ha un suo significato intimo, caldo anche quando il soggetto richiederebbe una neutralità di sguardo. Ma è proprio quest'ultimo, a mio parere, che regala poesia ad un tempo sospeso. La domanda che sottende questo mio percorso è inafferrabile, sfuggente, non trova una risposta nè forse vuole trovarla. E' una lontananza-vicinanza, ha a che fare con una materialità che diventa eterea, impalbabile: punti luce di notti insondabili o luci riflesse di panni stesi in mattinate assolate o ancora un mare tenero, calmo, placido. Forse per la mia paura di esserne risucchiata". "Lontano da dove" è un invito ad abbandonarsi alla malinconia - nostalgia che spesso abita i luoghi e i nostri sguardi".