Il Museo di Roma in Trastevere presenta, dall’11 settembre al 10 novembre 2024 le fotografie con cui Dino Ignani ha ritratto la Roma ombrosa e giocosa, sotterranea e scintillante, degli anni Ottanta del secolo scorso: 80’s Dark Rome.
La mostra, a cura di Matteo Di Castro, promossa da Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura.
Il nucleo centrale del progetto espositivo è costituito dal ciclo di ritratti, denominato Dark Portraits, che Ignani ha dedicato ai giovani che animavano la vita notturna dell’epoca e, in particolare, i luoghi e gli eventi legati alla scena dark.
Pochi anni dopo l’esplosione del punk, in Italia viene chiamata dark una cultura di strada non riconducibile ad un’unica tendenza musicale ma identificata soprattutto dal proprio look, in cui il colore nero assume un’inedita valenza simbolica.
È proprio agli inizi del decennio che il termine look entra nel nostro linguaggio per indicare qualcosa che va ben al di là del modo di vestire: l’attitudine a vivere l’aspetto esteriore come un progetto vero e proprio, in cui, oltre all’abbigliamento, entrano in gioco gli accessori, l’acconciatura (taglio e colore), il make-up.
Ignani segue e documenta questo fenomeno puntando sul classico ritratto in posa.
Nei videobar, nelle storiche e nuove discoteche della capitale (Piper, Black Out, Uonna Club, Olimpo, Supersonic, Angelo Azzurro, X-Club, Venice), ma anche in locali di altro genere (in particolare la vineria Fidelio a Trastevere), invita i presenti a farsi ritrarre approntando un set ad hoc, come fosse in studio.
Il risultato è un archivio di circa cinquecento immagini, per lo più in bianco e nero, che pur evocando il linguaggio della fotografia di moda, sono frutto di un progetto personale sviluppato con lo spirito di un gioco di gruppo: occasionale e reiterato, elettivo ma aperto a tutti.
Nel gennaio del 1985 i Dark Portraits sono esposti per la prima volta in uno spazio pubblico a Palazzo Braschi, e tre mesi dopo compaiono sul mensile Rockstar, ad accompagnare un articolo di Roberto D’Agostino intitolato “Gente di notte”. Lo stesso D’Agostino scriverà poi un testo critico ad hoc sul lavoro del fotografo.
Una selezione di duecento fotografie del ciclo Dark Portraits è risultata tra i vincitori del bando PAC 2022-2023 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, entrando così a far parte delle collezioni della Sovrintendenza Capitolina di Roma Capitale.
La mostra è dunque l’occasione per presentare al pubblico questo corpus di opere recentemente acquisito dal Museo di Roma in Trastevere.
Ai Dark Portraits si affiancano altri lavori realizzati negli anni ’80 da Ignani, in vario modo riconducibili al suo sguardo su una Roma notturna, in ombra, periferica e camaleontica.
Dopo le prime visioni sul paesaggio urbano contemporaneo (esposte nel 1982 proprio all’ex Museo del Folklore di Piazza Sant’ Egidio), il fotografo individua nel ritratto il linguaggio con cui registrare le frequenze più profonde della città.
Nell’estate del 1979, sulla spiaggia di Castelporziano si tiene il Festival internazionale dei poeti. Ignani lo segue solo da spettatore, ma poco dopo inizia a fotografare poete e poeti che vivono a Roma, come Dario Bellezza, Patrizia Cavalli, Amelia Rosselli, Valentino Zeichen.
Volti e corpi di donne e uomini di poesia, si affiancano dunque in mostra a quelli di ragazze e ragazzi che cercano a loro volta forme di espressione non convenzionali.
Tra loro c’è anche Porpora Marcasciano, riconosciuta oggi come figura storica del movimento LGBTQ, attivista, scrittrice. Porpora è ancora una studentessa universitaria, giovane pittrice, quando Ignani sceglie lei come prima modella di un progetto, poi interrotto, sulla comunità trans romana.
Alcuni ritratti di giovani che vivono a Roma, non solo di dark, tra cui lo stesso Porpora, si ritrovano anche in curioso libro-catalogo del 1987 intitolato Mestieri/Mist’ieri. L’autore è Pino Strabioli, allora ventiquattrenne, alle sue prime prove da attore in teatro, già fotografato più volte da Ignani.
Un altro personaggio a cui la mostra dedica una ribalta ad hoc è la musicista e cantante statunitense di origine greca Diamanda Galás, ritratta nel gennaio 1985 in occasione di un suo concerto romano al Teatro Spazio Zero.
A questa pluralità di contenuti (moda, clubbing, musica, street culture, poesia, identità di genere) corrisponde la scelta di esporre tipologie diverse di opere e documenti.
La prima sala è tutta dedicata ai Dark Portraits: un mosaico di oltre cento fotografie analogiche in bianco e nero, fra quelle presenti nelle collezioni del Museo di Roma in Trastevere.
Nella seconda sala vengono presentate alcune stampe vintage (ovvero eseguite all’epoca dello scatto), ma anche fotografie di formato più grande, tratte dalle diapositive originali.
Nelle teche trovano invece spazio cataloghi, riviste, libri e altre pubblicazioni che documentano il percorso creativo del fotografo, dagli esordi lungo tutti gli anni Ottanta e oltre.
Alla mostra 80’s Dark Rome al Museo di Roma in Trastevere si accompagna la pubblicazione del libro Dark Rome 1982-1985. Dino Ignani, edito da Viaindustriae, a cura di Matteo Di Castro, con testi di Daniela Amenta, Diego Mormorio, Emanuele De Donno e un’intervista a Dino Ignani.
Dino Ignani è nato a Roma il 4 febbraio del 1950.
Ha iniziato a occuparsi di fotografia a metà degli anni Settanta del secolo scorso, privilegiando il lavoro di documentazione della scena artistica e culturale e dei suoi protagonisti.
Nel 1979 partecipa alla collettiva “Roma città viva” promossa dal quotidiano Paese sera presso il Museo del Folklore di Piazza S. Egidio. Tre anni dopo, insieme ad altri tre fotografi romani -Aldo Venga, Stefano Fontebasso De Martino e Maurizio De Rosa, Ignani torna ad esporre negli spazi dell’attuale Museo di Roma in Trastevere, in occasione della mostra Universo urbano, curata da Diego Mormorio.
Da oltre quarant’anni, Ignani si dedica a ritrarre poete e poeti italiani: nomi già consacrati (alcuni ormai scomparsi, come Giorgio Caproni, Attilio Bertolucci, Amelia Rosselli, Dario Bellezza, Patrizia Cavalli, Valentino Zeichen), ma anche autori emergenti, che hanno via via arricchito il suo progetto.
Nel 1984 una prima selezione di tredici fotografie viene pubblicata e presentata da Enzo Siciliano sule pagine della rivista «Nuovi Argomenti». Esposto poi in più occasioni, in Italia e all’estero, col titolo Intimi ritratti, questo progetto, unico nel suo genere, è entrato nelle collezioni del MUFOCO– Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo e della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
Negli stessi anni in cui inizia a fotografare i poeti, a partire dal 1982 e fino alla metà del decennio,
Ignani inizia un ciclo di ritratti all’interno delle discoteche romane, in particolare nei club e nelle serate legati all’universo dark.
Nel gennaio del 1985, con il titolo Invito alla notte il lavoro viene presentato per la prima volta in pubblico, sotto forma di slideshow, nell’ambito della mostra collettiva Immagini per Roma. Archivio fotografico e divenire urbano, allestita a Palazzo Braschi.
Nel 2013 s.t. foto libreria galleria riscopre e ripropone questo archivio con la mostra 80’s Dark Portraits, a cura di Matteo Di Castro e Paola Paleari. Nel 2014, la casa editrice Yard Press, raccoglie tutti (o quasi) i fotogrammi dell’archivio in un volume di 576 pagine intitolato Dark Portraits. Rome 1982-1985.
Nell’estate 2022 il Museo Marino Marini di Firenze produce e ospita una nuova mostra abbinando ai ritratti romani in bianco e nero quelli a colori eseguiti da Ignani a Firenze: Dark Portraits. Rome/Florence 1982-1985.
Una selezione di duecento fotografie del ciclo Dark Portraits è risultata tra i vincitori del bando PAC 2022-2023 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, entrando così a far parte delle collezioni della Sovrintendenza Capitolina di Roma Capitale.
Nel settembre 2024 il Museo di Roma in Trastevere presenta una sua personale, a cura di Matteo Di Castro: 80’s Dark Rome. Alla mostra si accompagna la pubblicazione del libro Dark Rome 1982-1985. Dino Ignani, edito da Viaindustriae, a cura di Matteo Di Castro, con testi di Daniela Amenta, Diego Mormorio, Emanuele De Donno e un’intervista a Dino Ignani.