Marco Palombi. Passi, un mondo in cammino

dal 16.03.2024 al 13.04.2024

Circolo del Ministero Affari Esteri

  • Autore/Autrice: Marco Palombi
  • Data Inizio: 16.03.2024
  • Data Fine: 13.04.2024
  • Dove: Circolo Ministero Affari Esteri
  • Indirizzo: Lungotevere dell'Acqua Acetosa, 42
  • Orari: 09-20
  • Ingresso: libero
  • Tel. / Mob.: 06 8086130
  • E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
  • Descrizione Evento:

     

    Passi di fuga e di speranza cercando un domani

    di Laura Delli Colli*

    Passi per fuggire ma anche per sopravvivere o, come Marco Palombi avverte offrendo con i suoi scatti una guida alla lettura di questa Mostra chilometri di passi che attraversano i Paesi in cui bisogna resistere per non fermarsi, superando ostacoli e muri. Sono quelli delle burkinabè, le donne che in Burkina Faso rischiano la vita anche per partorire, perché la discriminazione sessuale favorisce di diritto gli uomini nel diritto alle cure. Passi veloci, passi nel vuoto, i piccoli passi di bambini che trovano il brivido di un gioco da strada che possa distrarli da guerre e povertà e i passi femminili rassegnati, timidi o affrettati come i pensieri segreti e le emozioni nascoste dietro l’obbligo del velo. Marco Palombi, fotografo free lance, Premio Anima 2023 per la fotografia, dagli anni Novanta per La Repubblica e La Stampa (ma non solo) continua a raccontare con i suoi scatti il mondo, spesso nomade, delle minoranze etniche e, ancora una volta con il senso di un’empatia che va oltre la cronaca, racconta un mondo che lotta per la sopravvivenza, comunque in cammino verso la speranza di un futuro. È un mondo che a piccoli o grandi passi prova a fuggire dal peso di una vita di povertà, ingiustizie, sopraffazione: il prezzo da pagare soprattutto per le donne. Anche solo a colpo d’occhio i protagonisti di queste foto non si chiedono quale sarà il loro destino: sono piegati dai bombardamenti della guerra civile quelli che a Port-au-Prince scandiscono il ritmo di una preghiera che sembra risuonare lì, tra le macerie di una Chiesa che non c’è più. Ad Agra invece è il monsone che soffia contro a renderli più difficili e ad Haiti sono passi veloci, di fuga… Passi quotidiani che sentono anche fisicamente il peso di una vita nomade, passi verso un salto nel vuoto, i piccoli passi di bambini che saltano per vivere la sensazione di un gioco che possa distrarli dalla guerra e dalla povertà… e ancora i passi rassegnati nascosti come i pensieri nel diaframma del velo che nasconde emozioni, tristezza, rassegnazione. Non hanno certo uno smartphone che li conti, quei passi infiniti, i protagonisti delle foto di Marco ma quei passi ritrovati in un archivio di negativi in pellicola raccontano in luoghi diversi la stessa ingiustizia e la stessa capacità di coltivare più della rassegnazione di oggi una speranza per domani in un senso di sopravvivenza che allaccia le donne, i bambini, i rifugiati e le vittime delle guerre in un unico, ideale abbraccio di resilienza silenziosa. Negli scatti rubati di un mondo reale, la polvere che si alza nel deserto diventa nebbia che avvolge uomini, donne a bambini e porta i pensieri altrove, filtrando la realtà di un tuffo nelle acque del Mekong come la polvere del monsone di Agra o quella che svela le figurine dei bambini nella Tanzania dei Sonjo, o la sensazione di un velo che diventa nebbia per l’umidità naturale che sale verso il cielo tra le nuvole del Vietnam. Il viaggio è lungo e non si ferma. E sono finalmente, alla fine del viaggio, passi di pace e di serenità quelli di una luce che si riflette nell’acqua e lascia sperare per domani, mentre la macchina fotografica, con un occhio discreto, coglie nell’ultima tappa del viaggio, nella luce di un’alba davanti al mare di Zanzibar.

    *Giornalista, presidente Giornalisti Cinematografici Italiani