dal 13.10.2023 all'01.12.2023
Istituto Giapponese di Cultura in Roma
55 scatti in bianco e nero, realizzati in studio e dal vero da fotografi occidentali durante il leggendario periodo Meiji (1868-1912), che ha traghettato il Giappone all’epoca moderna.
Dopo duecento anni di autoisolamento, il cosiddetto sakoku, il Giappone si aprì all’Occidente a metà del XIX secolo. La fine della chiusura corrispose a una rapida modernizzazione che diede impulso a profondi cambiamenti sociali, politici ed economici.
Mentre durante il periodo Edo (1603-1868) solo pochi stranieri potevano recarsi in Giappone, l’apertura del Paese all’inizio del periodo Meiji (1868 -1912) fu seguita da un’intensa attività di viaggio, documentata attraverso una corposa mole di materiale fotografico.
La mostra, in prestito dall’Istituto Giapponese di Cultura in Colonia, presenta 55 fotografie storiche scattate alla fine del XIX secolo, con i soggetti colti dall’occhio dei viaggiatori occidentali. La maggior parte delle fotografie esposte proviene dalla collezione del diplomatico Karl von Eisendecher (1841-1934), che soggiornò in Giappone tra il 1875 e il 1882, prima come ministro residente e poi come ambasciatore dell’Impero tedesco; in seguito la collezione venne acquisita da Werner Kourist (Linz) e dal Seminario di Studi Giapponesi dell’Università di Bonn.
In quattro capitoli dedicati ai temi del commercio, dei trasporti, dei ritratti e dell’architettura, le fotografie riportano scene quotidiane del Giappone, all’epoca ancora ignoto ai più. Sono state scattate dagli stessi viaggiatori o negli studi delle grandi città, accuratamente allestite e parzialmente colorate a mano da abili artigiani.
Sebbene questa fase della storia giapponese sia caratterizzata da rivolgimenti radicali, le fotografie enfatizzano soprattutto gli aspetti tradizionali, specchio del gusto per l’esotico e il romantico dei viaggiatori stranieri.