dal 17.09.2023 al 02.11.2023
Libera + soon
“Questa volontà di essere in ogni circostanza è un segno distintivo della relazione dell’uomo alla fonte transmondana della sua esistenza. A differenza del desiderio del “bene supremo”, tale relazione non dipende da un’evoluzione; caratterizza piuttosto la condizione umana come tale.”
HannaArendt
Cosa accade al nostro corpo quando un legame non trova più il suo naturale compimento nell’incontro con il corpo dell’altro. Come diventa estranea la propria vita, quando una morte, ancora più se improvvisa, ne cambia completamente le sembianze. Aiutami a riconoscerti, vita mia. Come si risignifica una lingua che ha perso suono e parola. Come si rimane in piedi. Spesso guardando. Non cedendo alla tentazione di non voler vedere. Attraversando il deserto del dolore tenendo in alto gli occhi.
Alida ha occhi che guardano, e soprattutto vedono. Vedono e fermano le trasparenze, le assenze, le cose piccole, i silenzi. La vita sottesa, sopravvissuta, radiosa, fa del suo vedere un gesto unico con il sentire. Il sentire fa del vedere un gesto morbido, una carezza, una resa. Ti so vita. E ti perdono.
Dove posso ritrovarti. Nella mia invitta intenzione di essere. Nel passo che sono certa tu muovi con me.
“Ti hanno inventato il mare”, posso certamente partire da lì. Vieni Alida, andiamo a vedere come si fa ancora a vivere. Come. Di solo cuore.
Elisabetta Remondi