dal 13.07.2023 al 23.07.2023
Giardino delle Arti
In questa mostra ho scelto di presentare una piccola selezione di alcune foto astratte, assieme ad un estratto dell’ultimo progetto su cui sto lavorando, “Lost”. Si tratta di progetto per certi versi in fieri, ma che in questo preciso momento della mia vita sento molto vicino al mio modo di percepire il mondo che mi circonda. Mettere in mostra le mie opere, condividerle, ha un significato per me molto importante, significa liberare emozioni, comunicare quello che provo e mostrare la mia personalità, al di là delle apparenze, al di là del mero “involucro” materiale. Mi dà la possibilità di confrontarmi con me stessa e con il prossimo, restituendomi la capacità di capire meglio come appaio agli occhi degli altri. Le domande che ne conseguono sono inevitabili: ciò che penso di me è congruente con la realtà? Quello che riesco a comunicare arriva concordemente a chi mi osserva da estraneo e a chi successivamente mi conosce? In altre parole, mi riconosco nello sguardo degli altri?
Il riconoscimento della mia identità è stato per me, sempre, un punto fondamentale. È proprio per questo che sento viva la necessità di un confronto, cercando di evitare di fossilizzarmi sulle mie convinzioni e adoperandomi affinché in quel che produco sia sempre manifesta la verità che lo ha originato. Coerente, per come sono e per come appaio.
LOST
Punti di riferimento che perdono i contorni e, indefiniti, ci conducono in un percorso emotivo spaesante. Alberi, fiumi, montagne, pareti, tetti, persone. I limiti fisici del mondo hanno da sempre condizionato la nostra struttura mentale, tanto da renderci impossibile l’immaginare uno spazio vuoto, privo di confini, dove tutto è possibile.
È proprio per questo motivo che, di fronte alla libertà di scelta, alle innumerevoli strade che talvolta la vita
ci mette di fronte, si crea un paradosso insuperabile: per scegliere abbiamo bisogno di uno stato mentale di calma e chiarezza, ma l’unica strada che conosciamo per ottenerlo è proprio il costruirci dei limiti entro i quali vivere, che ci rendono la vita più semplice e praticabile.
È il sentirci liberi in una gabbia: è la libertà che nega se stessa. Ma la libertà è anche questo, è smarrimento. Potenzialità e costrizione. Esaltazione e incompiutezza.
Come uscirne? Tra le possibilità di scelta che ci fanno sentire liberi e smarriti allo stesso tempo e i confini che ci restituiscono una vita semplice e limitante, oserei dire “piccola”, l’uomo resta costantemente perduto e indefinito.
L'autrice
Giulia Pissagroia si accosta fin da piccola al mondo dell'arte coltivando una particolare inclinazione per le arti figurative in genere. Esprimersi con le immagini, con i colori, sperimentando stili e materiali, assume ben presto per l'artista romana il profilo dell'urgenza al punto che, poco più che adolescente, si troverà determinata a farne una professione studiando architettura e completando gli studi di grafica pubblicitaria presso la Scuola Internazionale di Comics.
Fotografa e pittrice, Giulia Pissagroia può sicuramente essere definita un'artista a tutto tondo capace di spaziare tra i generi pur riuscendo a mantenere perfettamente riconoscibile il suo linguaggio. Una cifra caratterizzante che emerge inconfondibile in tutta la sua produzione artistica: la resa simbolica della sfera emozionale. Dopo aver lavorato più di 10 anni nel campo dell'editoria come grafica e art director, decide di dedicarsi totalmente alle sue vocazioni.
Dal 2022 fa parte del gruppo ASA Project, specializzato nella cura di progetti fotografici.