Cristina Colini Eidel e Kostas Papaioannou. Anagrammi

dal 23.03.2019 al 02.04.2019

Spazio Re Testa

  • Autore/Autrice: Cristina Colini Eidel, Kostas Papaioannou
  • Data Inizio: 23.03.2019
  • Data Fine: 02.04.2019
  • Dove: Spazio Re Testa
  • Indirizzo: Via Beniamino Franklin, 4
  • Orari: tutti i giorni 15.00-22.00
  • Ingresso: libero
  • Descrizione Evento:

     

     

     

    ANAGRAMMI è una bipersonale Cristina Eidel e Kostas Papaioannou.
    Ogni fotografia è unica e assoluta e al tempo stesso parte di un’insieme, che si può scomporre e ricomporre, come le lettere in un anagramma. I frammenti così ricomposti costituiscono un nuovo ordine, proiettando l’osservatore oltre la soglia mentale del quotidiano verso lo spazio immaginario.

    I lavori di Cristina Eidel e Kostas Papaioannou invitano, ognuno con il suo proprio linguaggio espressivo, a una riflessione sulla lettura della realtà attraverso l’arte della fotografia.

    “Prospettive periferiche” è una serie di fotografie in Bianco e Nero, realizzate da Kostas Papaioannou con pellicola e stampate in camera oscura su carta baritata tono neutro-caldo. Gli scatti riprendono elementi architettonici e luoghi dei quartieri Ostiense e Monteverde nuovo. Il racconto del giornalista e fotografo greco non è un semplice reportage della periferia romana. L’occhio si spinge oltre l’evidenza per penetrare nell’anima del soggetto ritratto. I luoghi così personificati divengono icone del tempo e riflettono la vulnerabilità dell’essere e della sua memoria. Il percorso fotografico propone una rilettura critica della realtà, tentando così di riappropriarsi dello spazio urbano e della sua evoluzione. Con il suo approccio realista e al contempo melancolico Kostas Papaioannou rende testimonianza di luoghi emarginati, che spesso passano inosservati nella corsa inarrestabile e precipitosa della quotidianità umana. Nelle sue stampe in bianco e nero, essi diventano frammenti narrativi, sospesi tra un passato e un futuro imponderabile, tra realtà e immaginazione. I luoghi ritratti nel loro stato di abbandono ci rivelano un’inaspettata bellezza, segnata dalle persone, che vi hanno vissuto, transitato e lavorato, lasciandoci una traccia della loro identità. “Prospettive periferiche” è parte di una più ampia ricerca con la quale da anni il fotografo greco dialoga con spazi definiti “emarginati” oppure “secondari”. Il confronto con il passato non è però una rivisitazione nostalgica o commemorativa. Consolidando la memoria di questi luoghi e l’essenza della loro evoluzione si accenna ad una nuova visione di realtà urbana.

    “Petites Pièces” è una serie di fotografie in bianco e nero, realizzate da Cristina Eidel con pellicola e stampate in camera oscura su carta baritata tono neutro-caldo. Le immagini della fotografa e grafica sono tratte da un ciclo di ricerca sulla “Natura Morta”, più precisamente still leven, natura immobile, divenuta come tutti i temi originari della pittura, un motivo essenziale della fotografia come espressione d’arte. Concepiti come scatti singoli, ma anche piccole serie, le riprese non intendono essere semplici raffigurazioni estetiche o poetiche di oggetti inanimati. Pari ad accenti materiali trasportati in piccole scene teatrali, gli accostamenti sono racconti metaforici o quadretti allegorici di vizi, follie, ansie, paure, speranze della vita umana. Involontariamente danno spunto ad una riflessione sull’arte della fotografia stessa. I dettagli ritratti non rappresentano, ma fanno solamente intuire l’insieme. Ogni fotogramma è un frammento temporale minore, sinonimo del non colto, dell’indefinito, e dell’inespresso fotografico di cui paradossalmente lo scatto si è appropriato. Il messaggio fotografico dall’esterno rinvia all’interno, dalla superficie alla profondità, ponendo il fotografo e lo spettatore dentro al quadro. Nell’osservare il fluire infinito e indifferente delle cose, lo scatto fotografico ferma un particolare istante e lo trasforma in segno. Lo sguardo è posto dinnanzi a una cornice reale o metaforica, che crea il palcoscenico, e invita ad osservare e meditare, leggere ed interpretare. Lo sguardo perdendosi, scopre per paradosso l’ anima mistica della fotografia, che cerca visioni oltre la realtà.

    Cristina Eidel
    Fotografa, grafica e giornalista (nata a Roma nel 1967) ha scritto come corrispondente da Roma per varie testate giornalistiche tedesche. Nel 2015 fonda insieme ad Alessandro Arrigo e Kostas Papaioannou l’Atelier del Granaio. Il desiderio di trovare spazi, dove dar vita al dialogo e incontro tra artisti e tra questi e il pubblico, fa nascere il progetto Art Hotel, che approda per un anno al Granaio di Santa Prassede. Il Granaio diviene un moderno salotto dove organizzare eventi di carattere culturale e creativo, con particolare attenzione alla fotografia. La prima mostra che realizza nel 2015 come curatrice al Granaio di Santa Prassede “Le Ragioni dello Sguardo e il Fotografo Fotografato” rappresenta un dialogo immaginario tra fotografi, che prende spunto dalle immagini di un archivio d’epoca, “L’Archivio Fotografico Giuseppe Bruno”, realizzate tra il 1890 e il 1910. L’esposizione è una riflessione critica sull’arte della fotografia. Nel 2016 segue la mostra “Sogno, quindi sono. Il Sogno come luogo di costruzione del Se”, in due edizioni 2016 e 2017. Nel 2015 nasce il progetto “Qi, disegnare la luce”. Insieme ad Alessandro Arrigo realizza i complementi d’arredo e le lampade di alcuni alberghi e B&B in Italia. A settembre 2018 le sue lampade sono state esposte alla mostra “La Quintessenza. Dialogo tra Luce e Colore” di Alessandro Arrigo e Cristina Eidel a cura di Oriana Picciolini. Nel novembre 2018 ha esposto il ciclo di fotografie in Bianco e Nero “Object Trouvé” nell’ambito della mostra fotografica e di Arte Multimediale Anagrammi a cura di Oriana Picciolini, una sequenza di dettagli fotografici, che tentano di far intuire nel loro insieme un edificio e l’identità di un luogo: il Granaio di Santa Prassede.

    Kostas Papaioannou
    Fotografo, Giornalista (nato ad Atene Grecia 1961). Corrispondente per varie testate giornalistiche greche da Roma. Da sempre appassionato di fotografia in bianco e nero e procedimento di stampa, per anni ha lavorato come stampatore professionale. Ha collaborato con l’Istituto Archeologico Germanico ad un progetto per la documentazione e valorizzazione del suo archivio fotografico storico. Oggi si occupa di fotografia editoriale e collabora con varie agenzie di fotografia Stock. I suoi reportage più’ significativi: Kosovo e i luoghi post industriali della Germania. E’ uno dei fondatori dell’Atelier del Granaio. Nel novembre 2018 ha partecipato alla mostra fotografica e di Arte Multimediale Anagrammi a cura di Oriana Picciolini, con una serie di stampe in Bianco e Nero, che raccontano l’abbandono, l’assenza e l’incuria di luoghi. Per il Ama parlare di se come “Artigiano della fotografia”.